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Castiglion fibocchi 

IERI...

A pochi chilometri dalla “Città dell’Oro “Arezzo, lungo l’antica strada romana Cassia Vetus, sorge sui pendii di una tipica dolce collina toscana un piccolo paese di origine medievale: Castiglion Fibocchi.

Occorre tornare al secolo XII per trovare le prime tracce che testimoniano in maniera certa l'esistenza della comunità di Castiglion Fibocchi. Il Repetti nel suo Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana, nel volume primo, alla voce Castiglion Fibocchi così recita:

" Castello de filiis Bocchi nel Val d'Arno aretino... Questo Castiglione sino dal XII fu ceduto in feudo dai conti Guidi ai Pazzi  magnati del Valdarno superiore;  stante che gli imperatori Arrigo VI nel 1191 e Federigo II nel 1220, confermano Castiglione del Val d'Arno ai figli di Ottaviano Pazzi, forse di quello soprannominato Bocco, per cui fu distinto dagli altri Castiglione, dicendosi de' Figli di Bocco, e poi per contrazione de' Fibocchi . Un placito Cristiano arcicancelliere dell'Impero e vicario di Federigo I in Italia, a favore degli eremiti di Camaldoli, fu datato lì 2 maggio 1174 in Castellione de filiis Bochi. Poche notizie ci offre questo casale, oltre quelle comuni a molti altri castellucci che in codesta contrada possedevano i Pazzi e gli Ubertini di Arezzo...;"

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... OGGI ...

Il comune di Castiglion Fibocchi sorge sulle ultime propaggini del Pratomagno che guardano verso Arezzo. Nel punto d'incontro tra la valle del Casentino e del valdarno superiore, la popolazione di Castiglion Fibocchi ha sviluppato usi, caratteri, cultura del tutto singolari. Il territorio è stato modificato dalla faticosa opera dell'uomo, impegnato a sfruttare ogni angolo di terreno sia coltivato a cereali, viti, olivi che occupato dal bosco.

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IL PAESE

Il centro abitato di gran lunga più importante è il capoluogo. Posto in un piccolo colle che domina la provinciale Sette Ponti ha un’estenzione di circa i Kmq. per 2.110 abitanti. L’abitato si sviluppa attraverso il nucleo del centro storico (Sec. XII) ricoprendo i fianchi delle colline e raggiungendo la circostante zona pia­neggiante, dove, ad est, sorgono le recenti abitazioni di tipo popolare e, a Sud, la zona industriale e artigianale, lungo la Provinciale Vecchia Aretina che collega Castiglion Fibocchi a Laterina. A Nord, nella collina di Sant' Agata, vi è la zona residenziale, immersa nel bosco di querce, pini e abeti, che ne fanno un’oasi di frescura e tranquillità. Vicino al capoluogo e lungo la Sette Ponti, si notano alcune delle più belle e interessanti case coloniche toscane di impianto ottocentesco. La campagna e le case coloniche sono incorniciate dal cipresso, sentinel­la vigile ed immobile del paesaggio toscano, con la funzione primaria di ornamento, nonché limite del confine della proprietà. Più a Nord, nella zona collinare, si trova l’unica frazione di Castiglion Fibocchi: Gello Biscardo, piccolo nucleo medievale, oggi abitato da poche decine di anime.

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IL TERRITORIO

Il comune ha una superficie di circa 27 kmq, occupati per quasi i tre quarti da zona boscata e per il resto da terreno agricolo, centri abitati civili, industriali ed artigianali.  La strada dei Sette Ponti, che taglia in due il Comune, funge da linea di confine tra il territorio pianeggiante, a sinistra per chi viene da Arezzo, e il territorio collinare a destra, che si incunea nel massiccio del Pratomagno con i suoi boschi di rovere, castagno e abete fino ad una altezza massima di circa 800 mt. in prossimità del «Poggio» Fonte Archese. L’altra strada di primaria importanza, che attraversa il comune perpendi­colarmente alla Sette Ponti, è il collegamento del capoluogo con la frazione di Gello Biscardo. Questa inizia nell’abitato del capoluogo presso il cimitero (già sepolcreto di Pezzano - anno 1232 -), attraversa la zona residenziale di Sant’ Agata, tocca la Pieve di San Quirico (Sec. XII) e raggiunge Gello Biscardo. Il poggio più famoso di Castiglion Fibocchi è quello della Baselica, mt. 777, probabile sede di un vicus romano con una chiesetta (Basilica) che dominava la piana di Arezzo e parte del Valdarno Superiore e controllava le antiche strade di collegamento tra il Valdarno e il Casentino (attualmente nella maggior parte scomparse). A valle della Sette Ponti, in posizione più favorevole, la zona agricola è sfruttata principalmente con colture cerealicole (grano, orzo, avena, etc.), che meglio si adattano alla qualità del terreno e resistono alla siccità (l’irrigazione è molto limitata per la povertà di acqua nei fossi e torrenti della zona). Insieme ai cereali, in coltura promiscua o specializzata, si accompagnano viti ed olivi che estendono la loro presenza fino nella più alta zona collinare del comune, rendendo estremamente faticoso il lavoro dell’uomo. Il Territorio comunale è solcato dai «Fossi» di San Pietro, Romitorio e del Casino, quest’ultimo affluente del torrente Bregine, più importante per lunghezza, portata e posizione. Il Bregine nasce nei pressi del Poggio della Baselica e Lucignanello, percorre l’oscura valle detta dell’Infernaccio, lambisce il capoluogo e un tempo muoveva con le sue acque le pale di alcuni molini che sorgevano accanto. Tutti i corsi d’acqua scorrono da Nord-Est verso Sud-Ovest, seguendo il naturale andamento del terreno, poi escono dal comune per riversarsi poco dopo in Arno. Di carattere torrentizio presentano una discreta portata nel periodo invernale, mentre nel periodo estivo si trovano pressoché in secca. Dando alcuni cenni di carattere geologico, possiamo dire che la tettoni­ca del territorio comunale è stata determinata dal corrugamento della catena appenninica come risultato di una compressione da Sud-Ovest a Nord-Est, con pieghe di limitata estensione,ed uno scivolamento del complesso dell’Appennino. Domina la presenza del macigno di componente arenaria,coperto nelle strette valli e nella zona pianeggiante da detriti, argilla, sabbia e ciottoli arenari, frutto di depositi fluviali e lacustri. Non esistono nel territorio comunale rilevanti pericoli dovuti alla morfologia del terreno, quali frane, smottamenti, etc., né di inondazioni, in quanto i principali corsi d’acqua sono ben inseriti nel piano di campagna ed hanno sezioni sufficienti a garantire portate di piena. Di particolare importanza per il comune è la valle detta «Piano della Casina», immediatamente a Nord del capoluogo. Tale zona è un corso di selezione lungo il corso del torrente Bregine con un substrato roccioso che fornisce, oltre alle varie sorgenti, la maggior parte del fabbisogno di acqua potabile della popolazione di Castiglion.

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